Jean-Pierre et Quentin Michel

Vignerons a Quintaine alto – e storico – luogo del vino di Borgogna. Grandi bianchi soprattutto ma non solo. Lo chardonnay regna sovrano perché qui è nato (il piccolo villaggio di Chardonnay è a un tiro di schioppo da Quintaine), se intendiamo almeno l’ultimo millennio. Siamo nel cuore delle denominazioni Viré-Clessé e Macon Villages a fianco di Pouilly-Fuissé e Pouilly-Vinzelles; insomma lo Chardonnay nel suo stadio ancestrale, benché molti ritengano che sia più interessante quel che ci sarà rispetto a quello che c’è stato. I Michel – come si direbbe qui “en père et fils”- regnano su un bel vigneto di 8,5ha esposto al sol levante terrazzato sopra la Saona. Tutto Chardonnay in selezione massale (autoprodotto) e con un’età media che ,nota bene, sfiora il secolo. Con un materiale vegetale cosi non è difficile fare bene, ma se sei rigoroso come Jean Pierre (e , se può esser detto, con questa faccia che ce la puoi davvero mettere perché dice molto) non ci si stupisce che i vini siano grandiosi e ciò senza tema di usare superlativi o altisonanze. Siamo nel super-bio ovviamente e c’è certamente la patente ufficiale, ma la verità è nella coscienziosità del lavoro e nella qualità dei vini. Da notare che le rese per ha sono lillipuziane (ca.30.000bott./anno su 8,5 ha ) e la “ mania” di casa sono 2: raccolta del frutto a maturità ottimale (senza che sia un termine vago) e vinificazioni naturali (lieviti indigeni, no chaptal, no acidificazione) lunghissime. L’affinamento è esclusivamente in acciaio inox sulle fecce fini per tutto il tempo necessario. Almeno un anno-poi- in vetro. Quindi ricerca di purezza e di precisione alla degustazione. I vini di Jean-Pierre e di Quentin sono particolarmente ricchi , complessi ed equilibrati. C’è da aggiungere un particolare importante: la tradizione locale ha sempre privilegiato vini ricchi, con un po’ di zucchero residuo (3-10 gr./lt come uno Champagne extra brut o brut), talvolta surmaturi o “levroutés” con residui zuccherini più importanti. Ora la moda è su uno stile ben più “épuré”verso l’acqua di roccia , secco e netto , tipo i grandi Meursault alla Roulot per intenderci. Dai Michel l’impronta è senz’altro tradizionale, ma i vini, pur ampollosi, non mancano mai di beva; anzi, la precisione e anche una certa disinvoltura sono sempre un tratto distintivo.